AS Adema e SO de l’Emyrne. Due nomi che, apparentemente, non dicono nulla. Sono due squadre del Madagascar che nel 2002, scrissero una pagina curiosa della storia sia del pallone malgascio che internazionale. 31 ottobre 2002, 17 anni e mezzo fa. In Italia la stagione calcistica 2002-2003 era appena cominciata e, proprio quel giorno, si piangevano le piccole vittime del drammatico terremoto di San Giugliano di Puglia, in Molise. Dall’altro capo del mondo si concludeva nella maniera più grottesca, inverosimile a dirsi, un altro tipo di campionato. AS Adema e SO de l’Emyrne, le prime due della classe, si scontrano direttamente all’ultima giornata del campionato locale. Lo scudetto malgascio è stato già assegnato; l’ha vinto proprio la squadra di casa, AS Adema, mentre gli avversari la settimana scorsa pareggiarono 2-2 contro il DSA Antananarivo. Durante questo penultimo match, a pochi minuti dalla fine il direttore di gara assegna un intricato calcio di rigore alla squadra DSA. Penalty molto discusso dai giocatori della compagine del SO de l’Emyrne. Il pareggio finale li condanna alla resa. Scudetto perso e titolo vinto, con una giornata di anticipo dall’AS Adema.
Sette giorni dopo, allo Stade Mahamasina di Antananarivo, si gioca lo scontro diretto. E’ una partita che, ormai, non ha alcun significato; i giocatori del SO de l’Emyrne, al fischio iniziale dell’arbitro, in segno di protesta decidono di segnare dentro la loro porta la bellezza di ben 149 goal. Sugli spalti, gli increduli tifosi lasciano il loro posto a sedere, e chiedono il rimborso del biglietto. L’arbitro, nonostante la manifesta anti-sportività degli ospiti, decide di far giocare l’incontro fino al 90’ minuto. Terminata la gara con l’apocalittico punteggio di 149-0, chiusi i battenti del campionato, la Federazione del Madagascar decide di squalificare per tre anni l’allenatore della formazione ospite, Zaka Be, e per due mesi quattro giocatori della SO de l’Emyrne. Ritardo e ricordi di una partita di calcio, disputata quasi 18 anni fa.

Foto: BeSoccer
Errori arbitrali, una croce non solo italiana. Anche oggi, nonostante il progresso tecnologico e l’introduzione del Var, le polemiche, spesso roventi, del dopo gara non si placano. Dal Madagascar, passando per il nostro stivale e fino alla Patagonia, è la stessa sinfonia. Quando si dice, ”tutto il mondo è paese”.